sabato 25 luglio 2009

Quando alla Gisira c'era solo il Santuario Adonai





Santuario Maria SS.ma
MATER ADONAI
96010 BRUCOLI (SR)
0931.981313
3471979657

Dal Libro “NEOFITO”
Scritto da Frate Alfonso Vico, eremita dell’Adonai, nel 1863.
(pag. 116)

Non sembri fuor di proposito, se qui rispondiamo a taluno dei contemporanei, che potrebbe, forse in tuono sdegnoso, addimandarci: - A qual’uopo cotesto Romitaggio, oscuro asilo di mani morte, di cuori egoisti, di menti limitate? Qual vantaggio o quale utile da cotesti Romitelli, che vegetano quasi piante parassite, ritrae ella mai l’umanità? - Sapevamcelo: son le vecchie calunnie e le soverchianze oltraggiose degli odiatori implacabile, e spregiatori eterni dei monastici Istituti! Ma voi chiunque vi siate, se non volete passar per uomo irragionevole, ed avventato, vi convien che giudichiate dietro maturo esame e con conoscenza di causa. Venite dunque ad osservar la poca terra, che i Romiti dell’Adonai posseggono, com’è ben coltivata; quivi crescono rigogliosi l’ulivo, il fico, il gelso, il cipresso, il mandorlo, la vite e molte fruttifere piante. Girate lo sguardo intorno per le vicine terre, le quali appartengono a mani che non diconsi morte: voi non vedete un’albero, non una pianta. - Mirate là, accanto al Romitorio, quel comodo caseggiato; esso, se nol sapete, nomasi Foresteria, e fu eretta dai Romiti a solo scopo di dar ricovero al viandante smarrito, o arrestato per via dal rigido e piovoso inverno. Nè in somiglianti casi, come potete agevolmente supporre, l’ospite trova il solo tetto ove riparare, o il solo giaciglio su cui riposarsi. - Appressatevi nel meriggio all’ingresso dell’umile Romitorio; vi vedrete bene spesso provveduto l’indigente, sfamato il famelico …….
(fino alla costruzione del villaggio turistico di Brucoli – anni ’70 -l’Adonai era l’unica zona verde della Gisira)

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ALLA SOVRINTENDENZA BENI CULTURALI ED AMBIENTALI
SIRACUSA

OGGETTO: AREA VERDE SANTUARIO ADONAI – BRUCOLI

Il sottoscritto, sac. Prisutto Palmiro, Rettore del Santuario Maria SS. Mater Adonai di Brucoli fa presente quanto segue:

Nel mese di gennaio 2007 iniziavano i lavori cosiddetti di “restauro” del predetto Santuario con il finanziamento della legge 433/91.
Nella fase progettuale ritengo che nessuno abbia tenuto conto della esistenza di aiuole e piante che abbellivano il Santuario ed il terreni circostanti e che da tempo immemorabile costituiva vanto del santuario e dell’operosità dei frati. (Cfr il testo sopra riportato).

Durante l’esecuzione dei lavori ho assistito ad una sistematica e cervellotica distruzione del verde presente all’interno ed all’esterno dell’area di cantiere.
In dettaglio:

sono stati distrutti totalmente: (alcuni potevano essere salvati) due carrubi, un pero, due oleandri, una palma, due bagolari, due alberi di fico, un ciliegio, 4 alberelli di stelle di Natale;
sono stati danneggiati un olivo, un mandorlo, un melo, quattro alberi di limoni, due cipressi di cui uno secolare del tipo a fiamma.
Da parte nostra erano stati asportati preventivamente per esservi poi successivamente trapiantate altre essenze.
Durante il tempo dei lavori (18 mesi contro i 12 previsti) i volontari del santuario hanno continuato a prendersi cura delle piante rimaste, a cui nessuno degli operai dell’impresa esecutrice dei lavori ha mai dato un poco d’acqua, ed inoltre abbiamo provveduto anche a ripulire il terreno dal fogliame caduto.

Per quanto riguarda il danneggiamento del Cipresso secolare ho da fare le seguenti osservazioni:

pur avendolo fatto presente con largo anticipo e pur avendo proposto una variante con il responsabile unico del progetto l’impresa nel realizzare il canale di gronda danneggiava irrimediabilmente un cipresso secolare tagliandone le radici di un lato.
Di questo ho informato immediatamente la Sovrintendenza, tanto che alcuni giorni dopo interveniva la D.ssa Trigilia, ma l’impresa aveva già provveduto a realizzare la variante proposta ricoprendo lo scavo fatto in precedenza e che aveva danneggiato il cipresso.
Sotto la spinta del vento del periodo invernale il cipresso si è visibilmente inclinato costituendo un serio pericolo sia per le persone sia per la fabbrica.
Tutto lascia presagire che il cipresso entro il prossimo anno cadrà rovinando altre piante, e la facciata della chiesa.
Sono bastati solo 30 minuti di “strafottenza” per distruggere il lavoro che la natura aveva realizzato in alcuni secoli.
Poiché tale danno era evitabile e tutti erano stati messi a conoscenza l’abbattimento del cipresso si renderà, purtroppo, necessario.
Ritengo doveroso che a farlo debba essere l’impresa che ha causato il danno ma ritengo altrettanto doveroso anche il risarcimento per la perdita ingiustificabile di tale albero.
In data 1 o 2 agosto 2008 senza alcun preavviso o informazione probabilmente l’impresa esecutrice dei lavori apponeva ai cancelli del santuario nuovi lucchetti.
Intorno alle 09,00 recatomi al Santuario ho trovato i nuovi lucchetti che mi hanno impedito di accedere al pozzo per dare acqua alle piante.
L’utilizzo del pozzo è indispensabile non solo per il santuario ma anche per le pertinenze del santuario e dell’area verde che non rientrano nell’area del cantiere.

Considerato quanto accaduto, oltre che diffidare l’impresa, sottopongo all’attenzione di codesta Sovrintendenza quanto sopra esposto in attesa di un sollecito riscontro alla presente.
Distinti saluti.
Brucoli, 4 agosto 2008
Il Rettore
Sac. Prisutto Palmiro

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