lunedì 27 luglio 2009

LA PROTEZIONE CIVILE SPEGNE GLI INCENDI E NEGA L'ACQUA ALLE PIANTE





































Comunicato stampa del 27 luglio 2009

In Italia la protezione civile spegne gli incendi per salvare gli alberi;
a Brucoli la protezione civile impedisce all’ente proprietario del Santuario Adonai di dare acqua alle piante da quasi cinque mesi.



Sin dall’inizio dei lavori al Santuario Adonai di Brucoli (gennaio 2007), ogni fine settimana abbiamo continuato a prenderci cura dell’area verde interna al Santuario:
Abbiamo pulito i cortili dal fogliame caduto, abbiamo dato l’acqua alle piante (ornamentali e da frutto).
In alcuni casi (temendo per l’incolumità delle piante a causa dei lavori) abbiamo addirittura estirpato delle piante e le abbiamo messe a dimora in altri luoghi.
Gli operai del cantiere, hanno utilizzato l’acqua del Santuario, non hanno mai dato acqua alle piante, perché non faceva parte del loro lavoro, ma ne hanno raccolto i frutti.
Non possiamo dire che hanno brillato per delicatezza nei confronti della vegetazione esistente.
Possiamo fare addirittura un elenco delle piante distrutte o danneggiate:
all’interno del santuario:

(nell’aiuola del terrazzino)
sono stati completamente tagliati:
due oleandri, una palma, un pero, un bagolaro;
distrutto il cespuglio di papiro.

Nel giardino:
danneggiati un ulivo, un mandorlo, quattro alberi di limoni;
sradicato un albero di fico e distrutto un giovane ciliegio;
sono state tagliate parzialmente le radici di un cipresso secolare che si è inclinato;
spezzato un alberello di mele;
distrutti quattro alberelli di stelle di natale.

Nel cortile della cucina:
sradicati totalmente due carrubi (*), un fico e un bagolaro;
danneggiato un altro fico;

area esterna:
danneggiato il cipresso del traliccio e altri pini all’interno del recinto della foresteria.
Le palme, gli ulivi e gli altri alberi da frutto della foresteria e del terreno circostante non ricevono acqua (se non quella piovana) dal 6 marzo 2009.

Il giardino interno del santuario oggi è costituito da:
due ulivi (uno è stato danneggiato)
quattro mandorli
1 clementino
7 aranci
4 limoni
1 pompelmo
Un mandarino
Una siepe di alloro
Tre alberi di fico
Un giovane gelso
Due nespoli
Due melograni
Due piante di vite
7 cipressi secolari (uno dovrà essere abbattuto)
Due pini


Nelle aiuole sono collocate
Varie piante grasse,
rose, margherite, gerani e altre piante ornamentali.

Questa mattina alle ore 08,10 con alcuni volontari sono andato al santuario per dare acqua alle piante.
Il nostro intervento è stato compiuto dall’esterno del muro di cinta del santuario in quanto i responsabili del progetto di restauro, a lavori già finiti il 2 maggio 2008, ci hanno impedito dal 6 marzo 2009 di entrare nel giardino del Santuario.
Vogliamo richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla mancata consegna riconsegna del santuario e sul fatto che rischiamo di veder scomparire un’area verde di cui ci siamo occupati in maniera continuativa da 17 anni.
(*) i due carrubi distrutti hanno avuto solo la colpa di essere cresciuti per decenni in un luogo in cui qualcuno ha deciso di collocare un pozzetto per interrare dei cavi elettrici.
L’uomo è riuscito a distruggere in pochi minuti quanto la natura aveva fatto crescere in 50 anni.
E per fortuna, in Sicilia, il carrubo è considerato ….. “specie protetta”.

Sac. Prisutto Palmiro
Rettore del santuario
Maria SS.Ma Mater Adonai.

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