sabato 28 novembre 2009

FINITO IL RESTAURO AL SANTUARIO ADONAI DI BRUCOLI














































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Alle ingiurie del tempo e del terremoto anche l’ingiuria del cosiddetto restauro.

Spesso l’uomo realizza delle opere illudendosi che queste durino infinitamente nel tempo.
Talune opere, è vero sfidano i secoli e i millenni (piramidi, templi, chiese, conventi). Ma il tempo e la natura, alla fine, se l’uomo non le difende, se le riprendono. La coltre di sabbia o di vegetazione talvolta non lascia passare neanche una generazione. Lo ha sperimentato anche il Santuario della Madonna Adonai: l’antichissimo ipogeo, dove i cristiani del III secolo avevano dipinto sulla roccia una delle più antiche immagini della Madre di Dio (foto 1), per dodici secoli è rimasto nascosto prima di essere casualmente riscoperto da un ragazzino che, per vivere, badava al bestiame.
Quante cose del passato abbiamo ritrovato dopo millenni, ad opera degli archeologi e degli studiosi, e che magari ancor oggi ammiriamo incantati.
Ma come facevano? E questi non avevano i mezzi supertecnologici di oggi.
Gli acquedotti romani, fatti pietra su pietra, le colonne dei templi greci di cui è ricca la Sicilia, resistono più dei viadotti di oggi costruiti in acciaio e cemento armato; il calcestruzzo del Colosseo è ancora lì, integro e misterioso, gli antichi teatri e anfiteatri si possono utilizzare anche dopo millenni, altre opere simili, ma recenti, abbisognano di continua manutenzione e lunghissimi tempi per i lavori di restauro.
Oggi dopo certi lavori di restauro, pur fatti con dispendio di denaro e sotto la supervisione delle sovrintendenze e l’alta tecnologia della protezione civile, solo dopo pochi mesi fanno esclamare: “ma qui sta cadendo tutto a pezzi” (foto 2).
Spesso, andati via i muratori si impreca per il fatto che a lavori appena finiti, bisogna ricominciare daccapo. La colpa è quasi sempre dei materiali, della fretta di finire, della manodopera non all’altezza, dei soldi che sono stati insufficienti.
La natura ha i suoi cicli per la nascita e la morte, costruire e distruggere: un giorno, una settimana, un mese, un anno. Spesso mi è venuto spontaneo esclamare dopo aver visto i risultati di certi lavori: “di eterno c’è solo Dio”. Almeno ci consoliamo con questa risposta a cui nessuno può controbattere.
Il Santuario dell’Adonai, della cui origine sappiamo poco tra qualche giorno ci sarà “riconsegnato”.
L’annesso cenobio edificato, a più riprese, tra il XVI e il XIX secolo, ha “subìto” del lavori di restauro in seguito al terremoto del 1990.
È stato talmente “rimesso a nuovo” che è definitivamente sparita ogni traccia della sua vetustà.
È vero che per metterlo “in sicurezza” ne hanno alterato l’aspetto interno ed esterno, ma è pur vero che con qualche accorgimento tecnico (foto 3a 3b 3c), senza trincerarsi dietro la scusa che “il progetto approvato non si può cambiare” se ne poteva salvaguardare l’aspetto.
È sparita anche la “sobrietà” dei locali del cenobio, caratteristica che era rimasta quasi inalterata nel tempo. La povertà dei frati non consentiva fregi particolari o ricche decorazioni come in altri conventi coevi. Ma ogni singola pietra (foto 4a 4b) trasudava di spiritualità, della manualità e del lavoro di quei frati che prima di isolarsi tra quelle mura avevano nella gran parte dei casi utilizzato solo spade e preziose posate.
Tutto il contesto invitava solo al raccoglimento (foto 5) e alla preghiera.
Alcune di queste pietre sono inspiegabilmente sparite; angoli suggestivi (foto 6) del pluricentenario cenobio sono stati arbitrariamente trasformati con dubbi gusti estetici; altre parti sono state demolite (foto 7) e non più ripristinate cancellando la memoria storica dell’antico sito. Probabilmente, per ripristinare al più presto lo stato di degrado temporale, in un altro suggestivo angolo ci si è dimenticati di rifare il tetto (foto 8) che, pur prima dei lavori di conservazione e restauro, già esisteva. Forse, nel redigere il progetto di restauro, si è pensato più ai muri e ai pavimenti che non a “far riprendere vita” (foto 9) ad un luogo che da sempre si è distinto per aver ridato la fiducia nella vita a tanti che per quasi cinquecento anni lo hanno abitato lasciandosi alle spalle una vita vuota e, talvolta, vissuta nella violenza della guerra.
Il Santuario della Madonna Adonai è stata una di quelle strutture “sacre” che neanche la violenza della natura e dell’uomo è riuscita a cancellare: perfino il catastrofico sisma dell’11 gennaio 1693 non ebbe il coraggio di sfiorarlo: in mezzo a quell’immane devastazione che fece rovinare centinaia di chiese e conventi in mezza Sicilia “fu l’unica chiesa del territorio di Augusta a non subire danno alcuno”.
Paradossalmente il Santuario Adonai, dopo cinque secoli di storia e di vita, da quella stessa Protezione Civile italiana che istituzionalmente avrebbe il compito di prevenire e mitigare il rischio sismico, e che attualmente in altre parti d’Italia (Abruzzo) si sta adoperando per non far perdere la memoria del passato, qui è riuscita a fare il contrario, a cancellarla.
Erano spariti perfino i distici sulle architravi (foto 10a 10b 10c) delle porte delle antiche celle dei frati …….
Solitamente a restauro avvenuto si gioisce e si festeggia ma non in questo caso perché, dopo il restauro occorrerà un altro restauro, prima che si perda definitivamente ogni traccia di un pezzo della nostra storia.









Brucoli 28 novembre 2009










Sac. Prisutto Palmiro









Rettore del Santuario



Immagini a corredo:

(foto1) Madre di Dio
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3196668324/

(foto 2) cadendo tutto a pezzi
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3449959152/

(foto 3a 3b 3c) accorgimento tecnico
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3209233069/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3503627727/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3504442606/in/photostream/

(foto 4a 4b) singola pietra
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3449934738/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3449931256/

(foto 5) angoli suggestivi clausura
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3449922380/

(foto 6) angoli suggestivi terrazzino
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3449932914/

(foto 7) parti sono state demolite
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3209292223/

(foto 8) rifare il tetto http://www.flickr.com/photos/prisutto/3932384568/in/set-72157622405489062/

(foto 9) far riprendere vita palmento
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3196669842/

(foto 10a 10b 10c) distici sulle architravi
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3503868488/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3503056401/in/photostream/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3503046515/


(foto 11a 11b ) santuario facciata
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3401434494/
http://www.flickr.com/photos/prisutto/3494531170/in/set-72157617507242797/

(foto12) http://www.flickr.com/photos/prisutto/3494525308/in/set-72157617507242797/

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